“Da alcuni giorni ci viene segnalato il fenomeno delle acque torbide e giallastre lungo le spiagge del litorale tirrenico del vibonese, del reggino e del cosentino. Sarà un caso ma ad ogni inizio della stagione estiva e dopo un inverno di acque limpidissime, appena si incrementa il flusso dei bagnanti, arriva la sporcizia nei nostri mari e le conseguenti segnalazioni”. Così in una nota Nico Iamundo, presidente dell’U.Di.Con. Calabria, che anticipa le segnalazioni ufficiali alle Capitanerie di Porto interessate ed all’Arpacal regionale per un immediato intervento di verifica sulla balneabilità delle acque.

“Turisti e residenti, da qualche giorno non possono ammirare quel blu intenso che generalmente permette di scrutare il fondale ad occhio nudo, ma sono costretti ad assistere ad un mare ricoperto di schiuma biancastra e acqua torbida dai colori davvero poco invitanti” – continua Iamundo chiedendo di sapere quale sia l’origine della strana colorazione dei nostri mari. “Di certo la presenza di chiazze di schiuma bianca che sono state avvistate, fotografate e pubblicate su social, in quasi tutta la costa tirrenica, non fanno pensare ad un fenomeno naturale.

“Non è una novità che nei mesi estivi degli anni precedenti non sono mancate evidenti chiazze composte da materia difficile da individuare. E purtroppo la zona tirrenica è uno degli specchi di mare che più spesso dà sfoggio di fenomeni d’inquinamento sotto gli occhi di centinaia di turisti, le chiazze galleggianti di materiale oscuro mostrano il lato peggiore di un territorio che meriterebbe di essere immacolato, di avere perennemente mare pulito e cristallino”. L’U.Di.Con. sottolinea che “la qualità delle acque di balneazione è fondamentale per la salvaguardia della salute dei cittadini e riveste un ruolo importante anche dal punto di vista della protezione dell’ambiente naturale e per gli aspetti economici nel settore del turismo, temi di primaria importanza. I sindaci interessati, molto prima dell’apertura della stagione balneare, dovrebbero – sulla base dei dati riferiti alla stagione balneare precedente –  predisporre tutte le misure necessarie ed efficaci al controllo di eventuali azioni non propriamente ottimali e legali sullo sversamento in mare di materiali o elementi che provocano l’inquinamento delle acque,  provvedendo anche ai campionamenti e relative analisi effettuate dalla Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPACAL) a partire dai mesi precedenti, azioni che aiuterebbero ad identificare le aree critiche e predisporre gli interventi conseguenziali”.

Invitiamo i cittadini a continuare a segnalare le criticità all’indirizzo mail: regionecalabria@udicon.org oppure sulle nostre pagine social.