Il 2020 non dovrà essere ricordato solamente come un anno nefasto a causa della pandemia SARS-COV2. Sul fronte della tutela al consumatore infatti i dati relativi al settore delle conciliazioni sono in crescita. La conciliazione infatti, prevista da Arera, ha permesso a molti consumatori la restituzione di ben 10 milioni di euro per la sola annualità appena trascorsa. Somme dovute per il riconoscimento di rimborsi, ricalcoli su errate fatturazioni, indennizzi e rinuncia a spese di mora da parte dei fornitori di energia. In aumento le domande dal 2018 ad oggi. Si è passati da 16 mila a 18 mila domande presentate con un conseguente incremento dei rimborsi od indennizzi, (da 5,6 milioni di euro a 10,3 milioni, fonte: La Repubblica). Le regioni dove il tasso di accesso al servizio è più alto riguarda il centro-sud ovvero: Lazio, Abruzzo, Calabria, Basilicata e Campania.
Il settore più litigioso riguarda le utenze domestiche relative all’energia elettrica. La maggior parte delle “liti” si instaura relativamente ai costi per le bollette troppo salate o a conguagli che non sono dovuti e che (molti consumatori non ne sono a conoscenza) permettono di eccepire la prescrizione.
Su circa 18.000 domande pervenute all’Arera, solo 10.000 riguardano questo settore. A pari merito quasi sono le controversie per il settore del gas e dell’idrico dove non vige l’obbligo di conciliazione. Uno strumento dunque, la conciliazione, che permette la trattazione “amichevole” della problematica prima di ricorrere, in caso di mancato accordo, in tribunale.
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