Calabria, 10/10/2019 – “La burocrazia è la più grave delle malattie di cui soffre la sanità calabrese, una burocrazia lenta che nega il diritto all’ assistenza di migliaia di cittadini già provati assieme alle proprie famiglie – scrive in una il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci – una burocrazia che rischia di far perdere al Presidio Ospedaliero Tiberio Evoli di Melito i fondi di oltre 40 milioni di euro disponibili per la riqualificazione strutturale, proprio per il disinteresse da parte dell’ASP reggina che, nonostante sia un importante sostegno in campo dell’edilizia sanitaria e che sicuramente avrebbe una notevole utilità sociale, non sono ancora riusciti a trasmettere la documentazione necessaria agli Uffici Ministeriali. La stessa burocrazia – continua Nesci – che nega a circa 200 gravi disabili, tra cui dieci affetti da SLA, ad erogare da ben nove mesi l’assegno mensile di 600 euro necessario a sostenere le spese per l’assistenza domiciliare. 200 cittadini calabresi costretti a vivere nella totale indifferenza e con gravi disagi pur avendo ricevuto i fondi (oltre 1 milione e 600 mila euro) da parte del governo centrale. Una strana patologia – prosegue Nesci – che non lascia indenne il Presidio Ospedaliero di Locri, già tristemente noto per alcuni casi di malasanità avvenuti nei mesi scorsi.

Un ospedale mal gestito che rischia la chiusura definitiva senza alcun intervento urgente per riportare l’Ospedale di Locri ai livelli minimi di assistenza”. “Non va bene neanche a Vibo Valentia – dichiara sulla stessa lunghezza d’onda il Vice Presidente Regionale dell’U.Di.Con. Calabria, Domenico Iamundo – dove decine di pazienti del reparto Ostetricia firmano le dimissioni volontarie per rivolgersi ad altre strutture ospedaliere. Una criticità dovuta a carenza di personale oltre alle gravi carenze strutturali dello Jazzolino. Stessa carenza – continua Iamundo – che colpisce quasi tutti i nosocomi della piana di Gioia Tauro dove gli organici di quasi tutti i presìdi sono del tutto insufficienti anche a causa dei pensionamenti del personale che non viene sostituito”.

“Abbiamo scritto – conclude Nesci – al Commissario ad acta Cotticelli ed al Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, per sottolineare ancora una volta questi gravi casi invitandoli ad adottare tutti gli atti necessari per scongiurare, in primis, che i finanziamenti ottenuti vengano persi e dirottati verso altre aree geografiche penalizzando un’area, quella grecanica, che necessita di questi interventi per garantire la qualità di assistenza a livelli ottimali. Così come abbiamo chiesto un confronto per progettare concretamente la soluzione dei problemi della sanità calabrese al fine di garantire a tutti i cittadini il loro diritto alla salute ed all’ assistenza”.